L’impegno aclista

Il lavoro alla Borletti va di pari passo con l’impegno nelle Acli, alle quali Palma partecipa fin dal 1950. In fabbrica segue con passione il nucleo Acli, poi viene eletta sia nel direttivo provinciale del sindacato sia in quello delle Acli, dove la ritengono il capo naturale dei nuclei. Quando esce il suo libro, gira per tutta la Lombardia per andare a parlare nei circoli Acli. Viene anche eletta nel consiglio provinciale fino al 1986.
Gli iscritti al nucleo Acli della Borletti si riuniscono durante la pausa pranzo in una sala di una parrocchia nelle vicinanze. Discutono di scienza e di fede, della spiritualità del lavoro, delle questioni più dibattute nella società, per esempio dell’enciclica Humanae Vitae. Ogni primo venerdì del mese, l’assistente delle Acli don Ezio Orsini celebra la Messa per gli aclisti della Borletti.
A Palma viene affidata anche la biblioteca dell’azienda, che diviene un punto di riferimento grazie alla sua attività sindacale ed aclista.
Le sue battaglie all’interno del movimento operaio le procurano non pochi problemi, anche nelle stesse Acli. Un giorno va a sfogarsi dal presidente Clerici, perché dicono in giro che lei sia comunista e crei odio. Clerici, che è un grande presidente, la rassicura: "Non ti preoccupare, noi dobbiamo guardare il primato della coscienza".
Nel suo impegno alla Borletti, Palma ritrova i tre pilastri delle Acli: la democrazia, la fedeltà alla classe lavoratrice e la messa in pratica della vita cristiana.
Nelle Acli vive in pieno il congresso del 1969 a Torino, durante il quale si dichiara la fine del collateralismo con la DC, poi il convegno di Vallombrosa del 1970.
Sono gli anni del centro-sinistra e della deplorazione delle Acli da parte di papa Paolo VI. Palma vive quei momenti di lacerazione con dispiacere, ma anche come occasione di crescita, perché – dice - "l’unione non vuol dire andare d’amore e d’accordo, vuol dire accettare la diversità".
Palma è una delle poche donne di spicco in un’associazione prevalentemente maschile. Negli anni ’50, la commissione femminile delle Acli era solo una specializzazione autonoma; nel 1968 vi è l’integrazione nel movimento e subito dopo viene creato un ufficio lavoratrici. Tuttavia, gli anni cruciali per le donne acliste sono quelli a cavallo tra il 1970 ed il 1980, quando iniziano ad incontrarsi in gruppi autonomi per parlare di divorzio, consultori, aborto. Quegli incontri preparano la nascita del Coordinamento donne, luogo di formazione per le donne dirigenti delle Acli.