L’incontro con le Acli

All’inizio del 1945, torna a Milano e comincia a lavorare alle mense della Pirelli, dove la Compagnia di san Paolo gestisce le cucine: si occupa della dispensa. Qui ha l’occasione di stare in mezzo agli operai, di mangiare con loro. Il 25 aprile viene mandata al Pirellone, dove aiuta gli impiegati comunisti a nascondersi nelle celle frigorifere per sfuggire alle rappresaglie degli impiegati fascisti.
L’esperienza alla Pirelli è comunque di breve durata. Torna a Roma, presso la parrocchia di S. Benedetto, ma subito viene trasferita alla casa di Luino, nella quale rimane un anno in qualità di direttrice.
Dopo tutti quegli spostamenti, torna a Milano, dove inizia una fase importante della sua vita, quella delle scelte importanti, fra le quali la militanza nelle Acli.
Il lavoro nelle cucine della comunità non le dispiace, ma le sta stretto, perché vuole spendere la sua vita per chi ha più bisogno.
Ed è proprio in questo momento che fa il terzo incontro decisivo della sua vita, con la paolina Odile Vallin, fondatrice della scuola sociale, le porta il dépliant di un corso di sei mesi organizzato dalle Acli. Palma ne parla con l’allora segretario generale delle Acli, don Ercole Galloni, il quale, ammirato dalla sua passione, chiama la segretaria del cenacolo e le dice: "La signorina Plini deve fare questo corso, perché vorrei avere tante persone come lei che servono la comunità in questo modo e che fanno anche dell’apostolato, che vogliono anche mettersi a contatto col mondo".
Il corso è molto impegnativo: storia del movimento operaio, morale sociale, economia politica, statistica. Al termine è richiesta una breve tesi e Palma sceglie di scriverla sulla figura di Simone Weil, figura che esercita un’attrattiva molto forte su di lei perché, nonostante le sue origini agiate e la sua cultura, andò a vivere nei sobborghi per provare la condizione della gente sventurata, fino a testimoniare la sua fede cristiana nel lavoro in fabbrica. "Quando una persona non può pensare, quando una persona non può decidere, quando una persona è ridotta a niente, non è più una persona, un uomo o una donna", diceva.
Alla fine del corso, il presidente delle Acli Luigi Clerici le chiede di occuparsi delle domestiche. Lei accetta con entusiasmo ed inizia a cercarle nei loro luoghi di ritrovo: al parco, nelle balere, alla stazione Nord. Organizza, insieme a Carla Panigada, proiezioni gratuite di film, poi realizza un questionario – molto contestato dai padroni - per sapere chi sono queste donne e quali sono le loro condizioni. Scopre che, a causa della guerra, per il 50% sono analfabete, circa un quarto di loro ha completato la terza elementare e pochissime sono giunte alla quinta. Tutte lavorano anche sedici ore al giorno.
Visti i risultati, propone insieme all’Enaip un corso di alfabetizzazione per le ragazze in possesso della terza elementare. Il corso si svolge di domenica, con insegnanti volontari. Al termine del corso, fa sostenere alle domestiche l’esame per la licenza di quinta elementare. Organizza, inoltre, corsi di taglio e cucito, di puericultura e di cucina. Palma, anche se analfabeta, si trova di fatto ad essere la direttrice di una scuola con duecento ragazze. Oltre a ciò, fa parte della redazione de La casa della vita, un giornale che tratta dei problemi delle domestiche, e comincia a battere la strada del contratto di lavoro, coinvolgendo pian piano la CISL.
Tutto questo lavoro domenicale presso le Acli inizia nel 1951 e prosegue fino al 1965, mentre nel 1953 Palma comincia anche a lavorare in fabbrica, precisamente alla Borletti, dove rimane per quindici anni.