Il pensionamento
Prima di andare in pensione, nel 1972, Palma combatte unultima
battaglia in fabbrica.
Nel corso di uno sciopero, gli operai vanno negli uffici per far partecipare
anche gli impiegati. Lingegnere dellufficio metodi e costi
si rivolge loro in questo modo: "Perché fate queste cose?
Perché non andate al parco?". Il parco è un luogo famoso
per la prostituzione. Gli operai gli rispondono per le rime: "Ci
vada lei, probabilmente ci trova sua moglie". Lingegnere si
offende ed appena vede Palma, la apostrofa per ben due volte così:
"Eccola là quella p
". Non contento, le si avvicina
e le dice: "Tu sei una p
con tutte le operaie della Borletti".
Palma porta il fatto in consiglio di fabbrica e segnala laccaduto
anche al capo disciplina della sorveglianza.
Gli operai fanno uno sciopero di solidarietà di mezzora,
ma lei non si accontenta e denuncia lingegnere. Prima di arrivare
al processo, concordano il pagamento di una multa di centomila lire e
le scuse scritte. Un giorno lavvocato dellazienda chiama Palma
e le dà una busta contenente un foglietto di carta leggera ed un
assegno di centomila lire. Lei rifiuta: "Mi spiace, ma non laccetto,
perché mi chiamo Palma Plini, abito in via dei Taddei numero quattro,
eccetera e poi questa non è la firma dellingegnere, perché
io la conosco. Voglio una lettera vera e propria, dato che lo difende
la ditta, almeno intestata Fratelli Borletti".
Al pomeriggio la chiamano di nuovo e le comunicano che è stata
scritta una lettera di scuse, così come aveva richiesto. Palma
pretende anche che lingegnere la firmi davanti a lei, poi dà
le centomila lire che le spettano ad unoperaia a rischio di sfratto
per pagare laffitto. Successivamente, porta la lettera in consiglio
di fabbrica, dove si decide di farne delle fotocopie da appendere nelle
sette portinerie della fabbrica.
Palma, dunque, va in pensione nel 1972 con 52.000 lire. Non volendo essere
di peso alla sua comunità, va in Bovisa a lavorare per il sindacato:
dietro compenso, gira per le piccole fabbriche della zona ed organizza
la Commissione donne. Fa questo lavoro per dieci anni, poi va in Piazza
umanitaria, in portineria, per altri quattro anni.
Quando smette di lavorare per il sindacato, chiede alla Compagnia di san
Paolo un contributo, col quale può vivere dignitosamente.
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