La preghiera della povera gente

La fede di Palma le consente di non tradire mai se stessa e di non avere paura nel fare scelte controcorrente, anche se questo le costa qualche umiliazione, molte lacrime ed anche un po’ di solitudine.
"Scioperare – racconta Palma – per certi cristiani era fare la lotta di classe. Per me è stata una cosa terribile perché lo sciopero era l’unico strumento a disposizione degli operai. Quando sono andata in fabbrica mi è rimasta solo la fede. Ho pregato in un altro modo, le cose le ho fatte diversamente. Mi sono fatta la convinzione che quello che conta è l’esperienza umana, che tu sia solidale, ti sporchi le mani, ti inserisci, stai insieme agli altri. Una fede povera, insomma, perché ho capito che la vita per le persone che non hanno strumenti è una tragedia".
Palma dice queste cose anche durante una trasmissione di Enzo Biagi, nel 1969. All’affermazione di Biagi: "Si dice che gli operai non pregano…", lei risponde: "Lavorano per nove ore, arrivano in fabbrica che sono già stanchi, non le sembra che questa sia già una preghiera? È la preghiera della povera gente che non ha tempo di andare in chiesa".
Riguardo alla sua vita in comunità, Palma decide di sfruttare la possibilità che le offre l’articolo “centouno” dello statuto di andare a vivere da sola. Da via Mercalli si trasferisce in via dei Taddei, dove rimane per 25 anni. In seguito si trasferisce in via Adige, dove abita tuttora.
Quando decide di andare ad abitare per conto suo, la segretaria Angela Sorgato le chiede: "Ma cosa ti mancava che te ne sei andata a vivere da sola?". Questa è la sua risposta: "Avevo troppo".